A quanti di noi sarà capitato di rovesciare del latte e accorgersi che è una macchia persistente, o vedere un neonato che si è macchiato di latte e il suo visino è appiccicoso?
Chi lo sa, forse sarà venuta in mente così agli ominidi di migliaia di anni fa di utilizzare il latte per la preparazione dei colori. Intelligenti e dotati di un senso artistico che li porta a dipingere il proprio corpo e a tracciare sulle pareti di rocce segni con un’ocra che si mantiene nel tempo arrivando fino ai giorni nostri.
Le antiche pitture rupestri sono giunte fino a noi, anche grazie a questi colori naturali; pigmenti non mescolati con acqua, bensì con il latte.
Ma perché il latte?
Il latte contiene la caseina che funge da collante e fissativo del colore e che permette di avere una pittura durissima e resistentissima in ambienti riparati (in alcuni casi viene utilizzata ancor oggi). L’uso del latte per ottenere pitture di ocra di lunga conservazione diviene un importante elemento nella vita sociale degli uomini cacciatori-raccoglitori molto probabilmente favorendone il successo, ma sarà solo dopo centinaia di secoli che il latte di qualche ruminante addomesticato diverrà anche un alimento.
Ma quando è nato il primo formaggio della storia?
Il primo formaggio della storia è stato preparato 7.500 anni fa in Polonia. Lo dimostrano le tracce rinvenute su 34 vasi di ceramica perforati usati nel primo caseificio preistorico per separare il caglio dal siero di latte: sono le più antiche testimonianze dell’attività casearia mai scoperte finora.
Lo indica sulla rivista Nature lo studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’università britannica di Bristol.
Questi antichissimi vasi di terracotta hanno un aspetto del tutto simile a quello dei moderni cestelli forati usati per la produzione dei formaggi. (nella foto a sx, fonte: Mélanie Salque). Al loro interno hanno conservato fino ad oggi le tracce degli acidi grassi di quel primo prodotto caseario, preparato per conservare il latte e per renderlo ancora più digeribile, visto che l’intolleranza al lattosio a quell’epoca era molto diffusa.